Freak show! Le meraviglie del Mutter Museum di Philadelphia
Se hai visto la serie tv molto probabilmente ti sarai chiesto se esiste davvero il museo di American Horror Story – Freak Show. Quello della serie è immaginario, ma esiste qualcosa nel mondo reale che ci si avvicina davvero molto, ed è il Mutter Museum di Philadelphia.
Il Mutter è un museo dedicato alla medicina che ospita decine di collezioni diverse raccolte a metà Ottocento da Thomas Dent Mutter, il medico che le donò al Collge di Medicina dell’Università di Philadelphia, e che fondò questa istituzione a fini di studio e di educazione scientifica della popolazione. Le collezioni comprendono scheletri, parti del corpo umano conservate in vari modi (essiccate o immerse in un liquido come l’alcool o la formaldeide), modelli in cera e strumenti medici.
Le collezioni del museo spesso uniscono la medicina alla teratologia, ovvero la scienza che studia le anomalie nello sviluppo delle specie viventi (e quindi non solo le deformità umane ma anche quelle degli animali e dei vegetali). In parole povere, i freaks., come quelli protagonisti di American Horror Story – Freak Show. Gemelli siamesi, giganti, micro e macrocefalia, elephant men e altre gravi anomalie del corpo umano. Ed essendo un museo ottocentesco, il gusto per il macabro e per il freak non è neanche troppo velato.

Copyright: Evi Numen, 2011, per il Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
Perché visitare il Mutter Museum
Insomma, questo strano museo di Philadelphia può anche essere visitato per assecondare la propria morbosa curiosità per quanto riguarda quelle che vengono considerate mostruosità e scherzi della natura – non nego che io volevo visitarlo anche per questo motivo, mi sono sempre piaciute sia le cose fuori dal comune che la medicina e la sua storia. E poi uno dei miei film preferiti è Freaks di Tod Browning, che offre un drammatico punto di vista sui freak show, i circhi itineranti di scherzi della natura, curiosità e mostruosità che erano popolari fino a meno di un secolo fa.
Ma il Mutter non è rimasto fermo all’800, è un museo che è arrivato nel ventunesimo secolo, e negli anni si è aggiornato, ha seguito i progressi della scienza nel campo della medicina, ed ha saputo dare una nuova chiave di lettura che da un senso molto più profondo agli scherzi della natura.

Copyright: Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
Grazie a esposizioni temporanee, a pannelli e nuovi allestimenti, il Mutter riesce a far passare il messaggio che il corpo umano è una macchina meravigliosa, anche quando è malata o è deforme, anche quando viene osservata al microscopio o sul tavolo anatomico. E che dietro ai corpi deformi dei freaks, gli scherzi della natura dell’Ottocento, ci sono delle persone con delle storie – spesso emozionanti, piene di sofferenza o speranza, e a volte davvero straordinarie – e delle patologie, rapporti di causa-effetto che la scienza medica cerca di capire e curare.

Copyright: Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
Freak show! Le meraviglie del Mutter Museum
Il Mutter Museum di Philadelphia negli anni ha ampliato le proprie collezioni e oggi possiede oltre 20mila campioni, di cui soltanto 2500 sono esposti al pubblico. Ci sono così tante cose interessanti e curiose da vedere che ci ho passato dentro un intero pomeriggio, dritta fino all’orario di chiusura, ma se hai meno tempo a disposizione per visitarlo ti segnalo qualcuna tra le meraviglie del Mutter, quelle proprio da non perdere.
Il cervello di Einstein
Dopo la morte dello scienziato il suo cervello fu ridotto in sottili fettine e distribuito a vari istituti scientifici perché potessero studiarlo, e qui c’è l’unica parte del cervello di Einstein attualmente esposta al pubblico. Probabilmente Einstein si sarebbe arrabbiato moltissimo, visto che voleva essere cremato e non voleva assolutamente diventare un’attrazione per turisti da morto: dette il permesso di conservare soltanto il suo cervello, e soltanto per fini di studio, con il veto assoluto di esporlo al pubblico. Pace all’anima sua, nel 2011 le fettine di cervello geniale sono state donate al museo da un privato, ed appena sono state esposte sono diventate una delle attrazioni principali.

Copyright: Evi Numen, 2011, per il Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
Gemelli siamesi, giganti e nani
Gli scheletri di diverse persone affette da gravi patologie dello sviluppo, come gigantismo e nanismo, sono esposti insieme a quelli di numerose coppie di gemelli siamesi uniti in diverse parti dei loro corpi. Tutti questi scheletri sono accompagnati dalla descrizione delle loro malattie e dal racconto delle vite dei pazienti, che avevano un nome, un cognome, una famiglia, un lavoro e una storia da raccontare.

Copyright: George Widman, 2009, per il Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
2300 oggetti ingoiati
Una delle collezioni più curiose è quella del dottor Chevalier Jackson, famoso laringoiatra americano, che raccolse oltre 2300 corpi estranei estratti dalle gole dei suoi pazienti, che li avevano ingoiati. E in quelle gole il dottore ci ha trovato veramente di tutto, dai chiodi alle dentiere, fino alle ossa e alle monete, il tutto elegantemente catalogato in vetrinette di legno.
La Hyrtl Skull Collection
Una collezione di 139 teschi umani raccolti dall’anatomista austriaco Joseph Hyrtl nella seconda metà dell’800, nel tentativo di provare una relazione tra la forma del cranio e l’intelligenza e la personalità dell’individuo. Ogni teschio è corredato da informazioni sull’età del soggetto, luogo di nascita, data e cause di morte, professione e altre caratteristiche personali, spesso elegantemente scritte a mano dal dottor Hyrtl sul cranio stesso.
Oggi sappiamo che questa teoria, la frenologia, è priva di fondamento, ma all’epoca era molto popolare e discussa: se vuoi approfondire l’argomento leggi anche il post sul museo Lombroso di Torino, controverso quanto affascinante museo scientifico italiano.

Copyright: Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
Due teste tsantsas
Chiamate anche shrunken heads, teste rimpicciolite, sono teste umane vere, ridotte di dimensioni e fortemente alterate nei lineamenti. Venivano create da alcune tribù dell’Amazzonia per scopi rituali, con complicate quanto primitive tecniche di conciatura e conservazione della pelle. Il Mutter ne conserva due, una autentica, ed un’altra tarocca: le shrunken heads tarocche venivano preparate da europei o da indios per scopi puramente commerciali (visto che in Europa venivano comprate a peso d’oro dai collezionisti), spesso usando teste di scimmia ed altri espedienti. E qui si può fare un confronto e capire le differenze, e cosa rende autentica e speciale un vera testa tsantsa.
I fegati ed il calco dei gemelli siamesi più famosi del mondo
Chang e Eng Bunker erano due gemelli congiunti all’altezza del petto provenienti dalla Thailandia, che nell’Ottocento diventarono famosissimi in tutto il mondo grazie ad un circo itinerante, un freak show. Il termine gemelli siamesi proviene proprio da Chang e Eng. Il Mutter Museum conserva i loro fegati, che erano due ma fusi insieme, ed il calco in gesso che fu fatto post mortem alla parte superiore dei loro corpi.

Copyright: George Widman, 2009, per il Mütter Museum del College of Physicians di Philadelphia
La donna saponificata
Quando fu riesumato da una sepoltura a Philadelphia nel 1875, si scoprì che il corpo di questa donna si era quasi interamente trasformato in adipocera, una sostanza simile al sapone. È un fenomeno raro che avviene solo in particolari condizioni chimiche e fisiche.
Queste sono solo alcune delle meraviglie del Mutter Museum di Philadelphia, quelle più famose o stupefacenti. Un’altra è il bookshop del museo, pieno di libri, stampe e altri oggetti che avrei comprato in blocco, e che per fortuna non avrei potuto portare con me altrimenti ci avrei prosciugato la carta di credito. Ma ci sono altre migliaia di piccole meraviglie da scoprire: il corpo umano è davvero una macchina meravigliosa, anche quando è deforme o malato.
Per approfondire:
N.B. nel museo è proibito scattare fotografie. Le immagini presenti in questo post mi sono state gentilmente concesse dal museo stesso.
Ho visitato un museo simile a San Pietroburgo. Molto interessante!