Bologna, Museo delle Cere Anatomiche
Qualcuno recentemente mi ha definito creepy, e l’ho preso come un bel complimento perché questa definizione mi calza abbastanza bene, e probabilmente un po’ creepy lo sono davvero. In cima alla mia lista di cosa vedere a Bologna c’era da tanto tempo il Museo delle Cere Anatomiche Luigi Cattaneo, e finalmente sono riuscita a visitarlo e a soddisfare la mia morbosa curiosità.
Vi anticipo subito che questo museo è per stomaci forti, ed è più interessante per gli amanti di cose particolari come i freak, i resti umani e le deformazioni, che non per gli appassionati di medicina ed anatomia. Quelle esposte sono cere anatomiche del settecento, con un grande valore storico e artigianale, create da ceroplasti all’epoca molto famosi come Clemente Susini, autore anche delle cere della Specola di Firenze. Oltre alle cere il museo raccoglie anche molti “originali”, cioè scheletri e ossa umane e parti del corpo essiccate.
Non mancano i riferimenti alle teorie lombrosiane, in voga in Italia a metà ‘800, che ipotizzavano una relazione tra i tratti somatici del volto e la predisposizione al crimine. Teorie naturalmente ormai superate, ma che continuano ad interessare ed affascinare, tanto che sono stata a visitare anche il Museo Cesare Lombroso a Torino.
Di fronte a questi oggetti si deve cercare di apprezzarne il valore come oggetti artigianali e artistici difficili da realizzare, e fedelissimi agli originali, visto che venivano realizzati per illustrare l‘anatomia umana agli studenti di medicina dell’Università di Bologna. Non a caso il Museo delle Cere Anatomiche è ospitato proprio all’interno della facoltà di Medicina: vi si accede percorrendo un lungo stanzone coperto su due lati da lunghe vetrine completamente piene di teschi umani. I teschi sono antichi e costituiscono la collezione ottocentesca dell’Università, catalogati in base ai comportamenti patologici: alienati, malfattori, idioti, sordomuti…
Oltre alle cere anatomiche sono esposti ritagli di pelle umana con tatuaggi dell’800, raffigurazioni dei danni di gravi malattie come il vaiolo, la peste e la sifilide tavole anatomiche antiche. Ma la stanza più incredibile è quella che espone gli scheletri di bambini con gravi malformazioni congenite, fissati in posizioni che ricordano gesti divertenti che si compiono durante la vita, non senza una certa ironia. Penso proprio che siano stati messi in quelle posizioni apposta. Gemelli siamesi, idrocefali, nani e altre gravi patologie sono state osservate, classificate e studiate grazie a reperti come questi. Saranno anche macabri tutti questi scheletrini, ma così è la vita. E comunque io ci trovo una certa poesia… sono l’unica? Cosa ne pensi?
Se questo museo ti ha incuriosito leggi anche il post dedicato al Museo di Anatomia Umana di Torino!
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Ne vidi uno simile a San Pietroburgo, nato con l’intento di far conoscere alle persone le malattie e le deformità che erano causa di quelli che tutti consideravano “mostri”. È un museo molto suggestivo, in cui peró è vietato fare foto.
Interessante, me lo segno per la prossima visita a Bologna.
buona visita allora! E grazie per il tuo commento 🙂