Magnolia Plantation and Gardens. Una piantagione a Charleston
Negli Stati Uniti del Sud ci sono molte vecchie piantagioni aperte al pubblico, dove rivivere per un giorno la storia e l’atmosfera del vecchio sud. Si potrebbero fare interi viaggi dedicati soltanto alle piantagioni storiche, e ci sono appassionati che lo fanno. Io, avendo un tempo limitato a mia disposizione per il mio viaggio nel Sud degli Stati Uniti, non ne ho visitate molte (e purtroppo alcune di quelle che avrei voluto visitare erano chiuse per restauri), ma ho dedicato un’intera giornata a quella che forse è la più significativa di tutte: la Magnolia Plantation and Gardens, nei dintorni di Charleston, South Carolina.
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Una giornata passata tra immensi giardini all’inglese, paludi, campi di riso, eleganti mansions e infimi capanni per gli schiavi: tanti luoghi diversi che messi insieme compongono il micro-cosmo di una piantagione dell’800 nel Sud degli USA. Magnolia non è soltanto una piantagione, ma anche un giardino botanico all’inglese, il primo aperto al pubblico negli Stati Uniti e una delle attrazioni turistiche più famose della Lowcountry. Fin dall’800 colti ed eleganti turisti venivano a visitare la piantagione e i suoi giardini a bordo di battelli a vapore che risalivano il fiume, e Magnolia costituiva una delle tre attrazioni più visitate degli Stati Uniti, insieme alla Statua della Libertà e alle Cascate del Niagara.
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Magnolia Plantation and Gardens: un po’ di storia
La piantagione fu fondata nel lontano 1676, agli albori del periodo coloniale americano, da Thomas e Ann Drayton, che sfruttarono i terreni paludosi intorno a Charleston per la coltivazione del riso. La piantagione con il trascorrere degli anni si è ampliata, passando di generazione in generazione ai membri della famiglia Drayton, che la possiedono ancora oggi, dopo oltre 300 anni. I giardini arrivarono nel 1700, ma soltanto nel secolo successivo diventarono immensi e ricchissimi di piante rare ed esotiche, come le azalee e le camelie giapponesi. Giardini talmente belli che furono aperti alle visite del pubblico fin da subito. Anche la mansion, la villa padronale della famiglia Drayton, con gli anni si è ampliata, diventando un esempio iconico di questa tipologia architettonica americana: l’elegante mansion del sud, con il suo portico rialzato, circondata di fiori, ombreggiata da grandi alberi e raggiunta da un monumentale viale bordato di magnolie.
La piantagione agli inizi dell’800 era una grande azienda agricola autosufficiente, dove si produceva riso ma anche tutti gli altri beni di prima necessità per le decine di famiglie che vi vivevano e lavoravano. Questa grande macchina produttiva era mandata avanti dal duro lavoro di decine di famiglie di schiavi che qui nascevano, vivevano, lavoravano e morivano. La Magnolia Plantation and Gardens è uno dei pochi luoghi nel Sud degli Stati Uniti dove lo scomodo passato della schiavitù non è stato distrutto e cancellato, ma viene utilizzato per educare i visitatori.
Magnolia Plantation and Gardens: cosa visitare
Come ho scritto prima, ho dedicato alla Magnolia Plantation and Gardens un’intera giornata, perché le cose da vedere al suo interno sono tante, e il luogo è così grande che la visita di ogni parte del complesso richiede degli spostamenti e quindi del tempo.
Il biglietto di ingresso basic costa 20 dollari e include:
- Accesso ai giardini
- Accesso alla serra con piante semi-tropicali caraibiche
- Accesso al petting zoo (una via di mezzo tra una fattoria e uno zoo per animali recuperati in difficoltà; attività per bambini)
- Filmato introduttivo di 30 minuti (lo puoi saltare se fai la visita guidata della mansion)
Poi ci sono altre parti del complesso che si possono visitare con visite guidate e richiedono un biglietto aggiuntivo. Naturalmente sono le parti più interessanti del complesso e ti consiglio di non risparmiare su queste. Se pensi di farne molte o addirittura tutte, c’è un pass all inclusive da 53 dollari. Le visite da pagare come extra costano 8 dollari l’una e sono:
- Visita guidata alla Historic House (la mansion della famiglia Drayton)
- Nature Tram (un trenino che effettua una visita guidata naturalistica)
- Nature Boat (visita naturalistica in barca)
- Percorso “Slavery to Freedom” (visita guidata delle cabine degli schiavi)
- Accesso alla palude Audubon Swamp
Trovi tutte le informazioni aggiornate su orari e costi sul sito ufficiale della Magnolia Plantation and Gardens. Questi sono invece i miei consigli su cosa fare e vedere:
Magnolia Gardens
I grandi giardini all’inglese, con laghetti e ponticelli, boschetti e ampi prati verdi, si visitano liberamente seguendo i viottoli tortuosi, che riservano piccole sorprese come roseti e piccole sculture nascoste tra le piante. Calcola almeno un’oretta per passeggiare in tutte le parti del giardino e scattare qualche fotografia.
Magnolia Plantation Historic House
Il tour guidato della mansion dei Drayton dura circa un’oretta, sono previsti piccoli gruppi perché le stanze della casa sono piccole e piene di oggetti fragili e di valore. È molto interessante non soltanto per farsi un’idea dello stile di vita dei proprietari della piantagione, ma anche per ascoltare la storia completa della dinastia, della casa e della piantagione raccontata da una guida locale.
La palude Audubon Swamp
Il percorso nella palude di Audubon è molto bello per gli appassionati di natura e di birdwatching, è un paesaggio molto particolare che non capita di vedere spesso. Lungo il sentiero, in gran parte costituito da passerelle sull’acqua, si trovano pannelli che illustrano le specie animali e vegetali tipiche di questa zona umida. Io sono particolarmente affascinata dalle paludi e ne consiglio la visita a prescindere, ma una persona mediamente interessata agli ambienti palustri e con poco tempo a disposizione potrebbe saltarla senza troppi rimpianti, a favore della mansion e della visita alle cabine degli schiavi.
La visita delle cabine degli schiavi – From Slavery to Freedom
Questa è stata la parte più affascinante di tutta l’esperienza alla Magnolia Plantation and Gardens, e consiglio a tutti di farla assolutamente, anche se comporta un costo extra. Gli alloggi degli schiavi si trovano a qualche centinaio di metri dalla casa principale, nascosti dietro un boschetto. Sono quelli originali dove hanno vissuto generazioni di famiglie, schiavi dei Drayton che lavoravano nei campi di riso, all’interno della casa padronale e alla manutenzione dei giardini. Le capanne sono state conservate e restaurate, riportandole alle condizioni che avevano in diverse epoche storiche: in questo modo si scopre come la vita domestica degli schiavi neri in America si sia modificata con il passare degli anni, fino all’abolizione della schiavitù. In quel momento storico, molte delle famiglie di schiavi sono rimaste a lavorare per i Drayton, questa volta come dipendenti salariati, e alcuni dei loro discendenti lavorano ancora qui come giardinieri.
Quella delle cabine degli schiavi è una visita emozionante, anche se dura poche decine di minuti mi ha lasciato di che riflettere per giorni e giorni. Gli alloggi erano veramente miseri, così come l’alimentazione e le condizioni di lavoro, in un ambiente umido e infestato dalla malaria e dalla febbre gialla. Ma le radici africane sono sopravvissute in modo autonomo, dietro le quinte della società, arricchendosi di elementi americani e arrivando ai giorni nostri trasformate in una nuova cultura indipendente.
Come ho già detto prima, sono pochi nel Sud degli Stati Uniti i luoghi che hanno conservato e raccontato la parte più imbarazzante della storia americana, quella della schiavitù, e Magnolia è uno di questi. Un altro che ti consiglio di visitare è l’Old Slave Mart Museum di Charleston, te ne parlo in dettaglio nel mio post su cosa fare a Charleston.
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